Emergenza climatica

L’Emilia Romagna ha compiuto una scelta di campo, e lo ha fatto con un impegno formale, ovvero attraverso la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale, assumendo, come propri, gli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti dall’agenda 2030 dell’ONU.

Crediamo che sia arrivato il momento di interpretare le sfide ambientali operando affinché si raggiunga, in questa chiave, la completa permeabilità di tutti i settori della nostra azione di governo: una rinnovata responsabilità verso l’ambiente da declinare sempre di più nel mondo produttivo, nell’agricoltura, nella mobilità, nella sicurezza del territorio nella gestione delle risorse ecc.

È evidente quanto il successo di questa strategia sia legato all’impatto economico delle scelte da effettuare ed alla nostra capacità di indirizzarle verso la strada del contenimento dell’impatto ambientale.

L’Emilia Romagna, guidata dal Presidente Bonaccini, vuole giocare un ruolo da protagonista ed è pronta a mettere in campo le misure necessarie a favorire la svolta green che i nostri territori ci chiedono a gran voce.

Innanzitutto, in questi anni, ci siamo già posti in una posizione strategica rispetto all’analisi dei cambiamenti che tutti noi possiamo verificare esperienzialmente: a Bologna si è tenuto il G7 ambiente e, con la realizzazione della cosiddetta Data Valley al tecnopolo di Bologna, con il Centro meteo europeo, l’Agenzia nazionale ‘Italia Meteo’ e il supercomputer Leonardo, siamo diventati protagonisti nel mondo per capacità di calcolo e immagazzinamento dati, una precondizione necessaria per l’elaborazione delle politiche di lotta al cambiamento climatico. 

Si tratta, come è evidente, di una battaglia per la quale la Regione è pronta a fare la differenza, pur essendo consapevole che il tema deve essere affrontato anche ben oltre i nostri confini, per questo l’Emilia-Romagna fa parte del gruppo direttivo dell’Under2Mou che raccoglie  206 Paesi, Regioni e Governi territoriali uniti nella sfida globale al climate change ed ha siglato, inoltre, accordi di cooperazione economica con importanti regioni del mondo dal Sud Africa, alla Cina.

Anomalie pluviometriche, grandine eccezionale, temporali improvvisi ed afa prolungata oltre la norma,  sono solo alcuni dei fenomeni che non possono più essere considerati straordinari, fenomeni non solo pericolosi per la natura e per la sicurezza dell’uomo, ma, da non sottovalutare, gravemente impattanti nei confronti dell’intero comparto agricolo.