Anche Franco Varini ci ha lasciato. Il suo nome alle giovani generazioni non era certo molto presente. Eppure la sua vita é stata un esempio di una generazione popolare che é riuscita a costruire la sua esistenza libera, nonostante la dittatura, la guerra, l’occupazione nazista, i campi di concentramento. Varini ha condotto la sua lunga battaglia, nel dramma, nell’eroismo della resistenza umana e poi nella inesausta voglia di testimoniare, di esserci, di riprendere la vita con una straordinaria passione e civile ed esistenziale. La sua lotta non si è fermata, è proseguita, con serenità e fermezza, nella quotidianità, nel vivere di tutti i giorni. A chi si domanda come il Pci dell’Emilia-Romagna potesse avere raggiunto una forza cosí grande e durevole, le persone cone Varini, nei loro libri e nella stessa’natura fisica’ potevano rispondere.

Avevano messo avanti, innanzitutto, le ragioni della vita, di fronte a chi insegnava ai suoi miliziani a gridare “Viva la morte!”, il dovere di viverla con gli altri. Sentivano di avere il diritto di rompere l’esclusione dovuta alla miseria e poi il dovere di opporsi alla violenza della sopraffazione. I libri di Varini si possono leggere, oggi come quando sono stati scritti. Ora che non c’è, più viene la voglia, la volontá, di riprendere in mano quelle pagine.

Di solito si affida alla scuola il compito di rileggere e far leggere.Ma prendiamo anche noi direttamente l’impegno.
Sará l’occasione per conoscere meglio, non solo la storia, anche la “geografia” nostra cittá, i suoi luoghi, le origini dei padri e dei nonni, quelli che costruirono, qui, il nostro particolare e bellissimo “mondo” nel quale abbiamo potuto vivere.

(Lunedì 8 Luglio, dalle 10 alle 13, nella sala Tassinari di Palazzo d’Accursio, a Bologna, verrà allestita la camera ardente).