Patto per il lavoro

Ci siamo posti l’obiettivo di puntare su un’occupazione di qualità all’interno di una piattaforma condivisa tra Istituzioni, Atenei e forze sociali ed abbiamo deciso di farlo dando vita al “Patto per il Lavoro”: un patto di legislatura che ha previsto il coinvolgimento preventivo delle parti firmatarie sui contenuti delle principali azioni intraprese dalla regione, un confronto nel merito che ha orientato i provvedimenti approvati in questi anni in modo tale da renderli coerenti con i principi che hanno ispirato il patto stesso.

Ritengo utile richiamare brevemente le premesse contenute nel documento approvato, in quanto particolarmente esplicative rispetto allo spirito ed agli obiettivi del Patto.

“Punto di partenza di tale documento è la convinzione che la crescita della nostra società e la sua capacità di generare buona occupazione si fondino:

  • sull’aumento della capacità di creare valore aggiunto, agendo sullo sviluppo e sulla diffusione delle conoscenze e delle competenze e, quindi, su un’ampia capacità di innovazione nella produzione e nei servizi alle imprese, alla persona ed alla comunità;
  • sulla piena affermazione della legalità in ogni ambito e in particolare in ogni relazione di lavoro;
  • sulla capacità di stimolare investimenti che, migliorando la qualità della vita collettiva, generino nuove occasioni di occupazione;
  • sull’azione di riordino istituzionale, efficientamento organizzativo e semplificazione normativa avviata dalla Regione, ma estesa all’intero assetto istituzionale presente nell’ambito regionale;
  • sull’avvio e consolidamento di un metodo di definizione e attuazione delle politiche pubbliche centrate sulla condivisione delle scelte strategiche e sull’integrazione dei fondi regionali, nazionali ed europei;
  • su un sistema di welfare come leva per creare buona e nuova occupazione, ridurre le disuguaglianze e migliorare la coesione sociale.

Questo documento riconosce i driver dello sviluppo nelle seguenti linee e nei relativi interventi prioritari:

  • Persone e lavoro: creazione di un’Agenzia regionale per il lavoro e rafforzamento del sistema educazione – formazione – lavoro, che possiamo definire ER dual Education;
  • Comunità e lavoro: il nuovo welfare e i nuovi lavori sociali, il terzo settore e l’autorganizzazione sociale;
  • Sviluppo, imprese e lavoro: internazionalizzazione, attivazione della Legge regionale 14/2014, innovazione (Strategia S3), qualità e rafforzamento competitivo del sistema produttivo, nuove imprese e sviluppo delle competenze;
  • Territorio e lavoro: qualità del territorio e investimenti in particolare attraverso un piano per la sicurezza e la manutenzione del territorio – a partire da un nuovo piano regionale per “una regione senza amianto” -, un piano per la casa, un piano per la mobilità e un piano per l’edilizia scolastica;
  • Legalità e lavoro: contrastare ogni tentativo di infiltrazione nell’economia le- gale da parte della criminalità organizzata e la negazione di diritti fondamentali nel lavoro, agendo su appalti, anticorruzione e gestione dei beni sequestrati e confiscati.
  • Semplificazione e lavoro: avviato il processo di riordino istituzionale, la Giunta ritiene di dotarsi di una task force per realizzare, anche attraverso il confronto con le parti sociali, la semplificazione normativa e l’efficientamento organizzativo.

La nostra Regione ha investito circa 20 miliardi di euro per realizzare gli obiettivi del Patto ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti con aumenti davvero strabilianti del PIL regionale, degli investimenti fissi, dei consumi delle famiglie e dell’export, ma soprattutto con la diminuzione del tasso di disoccupazione, sceso al 5,5% rispetto al 9% di inizio legislatura, nel 2015, un dato che, se scomposto, segnala altresì un trend molto positivo rispetto all’occupazione giovanile e ai NEET (“not in education, employment or training” tra i 15-34 anni).

Solo per citare alcuni degli interventi effettuati ricordiamo:

  • l’enorme investimento sui fondi FSE 2014-2020;

  • il Patto Giovani Più attraverso il quale la Regione ha stanziato fondi per ragazze e ragazzi relativi all’orientamento, la formazione, gli spazi di incontro e confronto, il diritto allo studio universitario, l’alta formazione e ricerca, servizi, accesso al credito e supporto personalizzato per avviare nuove imprese o per rafforzare la propria start up;
  • i numerosi interventi sulle crisi aziendali seguite dalla Regione congiuntamente al ministero dello Sviluppo economico: un ruolo forte, quello della nostra Regione, che ha contribuito economicamente nei processi di gestione delle crisi e che ha innovato gli interventi sostenendo, ad esempio, i lavoratori pronti a rilevare le aziende (workers buyout).

Bologna ha molto beneficiato, insieme alle altre città della Regione, di un piano di investimenti di tale portata, riuscendo a sfruttare il vento positivo della crescita e del cambiamento per attrarre nel proprio territorio importantissimi investimenti, progetti industriali e di ricerca a livello europeo e mondiale a partire dai campi dell’intelligenza artificiale, dei big data e del cambiamento climatico, candidandosi in tal modo a diventare la Data Valley europea per la quale tutti insieme abbiamo lavorato in questi anni.

La nostra regione nel prossimo futuro si troverà ad affrontare, sia in veste legislativa che di “facilitazione sociale”, tra le tante sfide, anche quella per il potenziamento dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici delle piattaforme digitali, le cui condizioni di lavoro presentano aspetti problematici sul piano della qualificazione dei rapporti, della rappresentanza collettiva degli interessi, delle condizioni di lavoro e delle tutele individuali anche, ma non soltanto, di carattere economico, a partire dalla salute e dalla sicurezza sul luogo di lavoro.

Si tratta di una nuova frontiera del lavoro, destinata a trovare una sempre maggiore applicazione (dai riders al lavoro domestico), che occorre riportare all’interno del nostro patrimonio di diritti.