L’Emilia-Romagna è la prima Regione in Italia ad introdurre il reddito minimo per i propri concittadini. L’assemblea legislativa ha approvato in aula una legge che prevede una misura di sostegno concreta e immediata per aiutare chi non arriva a fine mese. A partire da quest’estate, la Regione Emilia-Romagna erogherà un contributo economico aggiuntivo a single e famiglie già ammesse al reddito di inclusione nazionale (Rei). Questa ‘integrazione’, che sarà resa disponibile su una carta prepagata, sarà accompagnata da un percorso personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo. Dal mese di luglio, prevediamo così di potere aiutare 20.000 famiglie. Fondamentale sarà  la collaborazione dei Comuni, che saranno i nostri partner sui territori e avranno il compito di seguire i beneficiari del reddito minimo nel loro percorso di reinserimento. E’ con provvedimenti del genere che la politica dimostra quanto può incidere positivamente sulla vita delle persone. Restiamo lontani da ogni intento propagandistico e teniamo fermo il bene comune come bussola.

Non possiamo fare a meno di notare che su questa nostra legge si è già rotta la maggiorana di governo formata da Lega e 5 stelle. In Regione i consiglieri della Lega hanno votato contro il nostro reddito minimo mentre quelli del M5S hanno votato a favore. Subito dopo, però, Lega e 5 Stelle hanno presentato un odg che chiedeva al governo Conte di impegnarsi per un analogo provvedimento di sostegno al reddito a livello nazionale. E in questa occasione i Cinque Stelle hanno mostrato tutta la loro subordinazione alla Lega. Il centrosinistra ha infatti presentato una serie di emendamenti all’odg chiedendo che il provvedimento nazionale avesse una platea di destinatari universalistica, senza differenze tra italiani e stranieri. Lega e Cinque Stelle hanno votato contro questa nostra proposta. Ogni commento a riguardo è inutile