LA NOSTRA STORIA PASSO ANCHE DA LI’

Un 7 di luglio molti anni fa. Esattamente sessanta.
Una città operaia e artigiana dell Emilia-Romagna, Reggio.
Cosa avvenne? Una strage. Vennero uccisi quattro operai e un pastore, tre erano stati partigiani. I loro nomi, la loro età?
Lauro Farioli di 22 anni,
Ovidio Franchi di 19 anni,
Marino Serri 41 anni,
Afro Tondelli , 36 anni,
Emilio Reverberi 39 anni.
L’eccidio nacque dalla volontà di reprimere con ogni mezzo le proteste che si erano accese per il congresso dell’MSI a Genova in una situazione politica che vedeva i neofascisti essere parte della maggioranza parlamentare che reggeva il governo monocolore del DC Alfredo Tambroni. Fu l’unico governo con una maggioranza comprendente il MSI di tutta la prima repubblica. Le proteste vennero considerate eversione, rivoluzione. Durò tutto pochi mesi ma furono mesi drammatici, il paese spaccato , rivolte e repressioni, morti sulle strade. In tutta Italia, alla fine, si contarono 11 morti. Il Governo cadde, la Dc di fatto sconfessò Tambroni che non venne ricandidato nelle elezioni successive. Nel sessanta tuttavia l’ Italia visse uno dei periodi più tragici e divisivi della sua storia repubblicana. Una canzone di Fausto Amodei dedicata ai “morti di Reggio Emiliia” e cantata da molti altri interpreti e complessi popolari, come il bolognese “Canzoniere delle lame”, diventò presto una delle più famose passando di bocca in bocca, di corteo in corte per decenni. La melodia è solenne, corale, il testo durissimo. La nostra democrazia dovette trovare altre strade per salvarsi, diverse da quelle degli scontri e della repressione violenta. Passammo poi attraverso il terrorismo e altre stragi, più oscure ma spaventosamente omicide. Meglio non dimenticare i cinque lavoratori. La loro vita sarebbe stata quella dei nostri genitori o nonni. Venne impedita.

(Nell immagine il corpo del ragazzo Lauro Farioli, era andato in manifestazione in calzoncini corti).