In queste ore si parla di scuole per le nuove chiusure, per la preoccupazione di fronte ad una nuova e diffusa fase della presenza del virus e della malattia. Tutta l’attenzione nelle famiglie è rivolta lì ed è naturale e giusto. Seguire la condizione di disabilità e quelle di disagio è sempre importante perché si tratta di persone che a ciò che accade in questi momenti veramente gravi unisce il peso del proprio problema. Non deve cessare di essere un problema di tutti, di cui debbono farsi carico scuole e istituzioni.
La Regione Emilia-Romagna e l’Ufficio scolastico regionale hanno rinnovato, per tre anni, un protocollo d’intesa per agire insieme per promuovere la frequenza scolastica di alunni e studenti con disturbi specifici dell’apprendimento o bisogni educativi speciali, e per chi ha una certificazione in base alla legge 104/92.
Si vogliono individuare meglio e programmare gli interventi per l’integrazione e l’inclusione scolastica degli alunni nelle varie e differenti condizioni che rendono difficile l’apprendimento e la loro stessa qualità di vita e socializzazione.
Nel Protocollo sono definiti con particolare cura i percorsi di certificazione (legge 104/92) per l’integrazione scolastica di alunni in situazione di disabilità, e la segnalazione scolastica per alunni con Disturbi specifici di apprendimento.
Sono indicate le modalità di potenziamento del supporto e dell’approccio psico-educativo per specifiche categorie di bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico, e Adhd, il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Si stabilisce la condivisione di percorsi di formazione del personale, sia sanitario e assistenziale, sia scolastico ed è anche per questo motivo previsto un Comitato Paritetico, che avrà il compito di individuare e programmare le azioni più opportune, avvalendosi di esperti sulle varie tematiche.
Un punto molto importante mi pare sia quello laddove il Protocollo esclude la possibilità di “somministrare” ai bambini ed ai ragazzi test o questionari per la valutazione del loro stato psichico, emozionale e comportamentale.
L’insegnante è la figura centrale e quando incontra alunni con modalità relazionali o comportamentali particolari è loro compito condividere il problema con i genitori e informarli su come eventualmente accedere alla valutazione sanitaria.
L’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna rileverà le richieste e le segnalazioni di difficoltà che arrivano dalle scuole e dalle famiglie e si impegnerà con le istituzioni scolastiche nella progettazione e realizzazione delle azioni utili ad affrontare e sostenere la condizione dei ragazzi.