ll sistema dei trasporti pubblici locali ha dovuto confrontarsi con la drammatica emergenza Covid.
Basti pensare ai problemi molto seri del trasporto scolastico e degli assembramenti. Inoltre la prospettiva, per le gravi questioni ambientali – delle quali si parla meno ma sono tutt’altro che scomparse – è chiara: bisogna rendere sempre più competitivo l’uso del mezzo pubblico per “muoversi” in Emilia-Romagna. La Regione ha varato il suo nuovo Piano triennale per il Trasporto pubblico locale, accelerando scelte che sono nel DNA della sua linea di governo, ma potenziandole ed attualizzandole. Gli investimenti arriveranno ad oltre 240 milioni di euro. Tre i filoni della politica della Giunta: integrazione gomma-ferro, digitalizzazione e investimenti. I trasporti dovranno diventare più flessibili e integrati. Il trasporto pubblico dovrà sempre più adattarsi e, se possibile prevenire, le nuove e mutate esigenze dei cittadini – pendolari in primo luogo. Il cambiamento incide sull’organizzazione e gli orari delle città e l’altra sfida è quella della transizione ecologica, con le azioni urgenti per avere una mobilità sempre più sostenibile, come previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima. Proseguirà quindi a ritmo spedito la sostituzione dei mezzi più inquinanti, puntando su metano, elettrico e anche idrogeno. Il Covid ha imposto investimenti straordinari per circa 23 milioni di euro con 522 mezzi in più in circolazione per mantenere la capienza al 50% e oltre 7,6 milioni di chilometri aggiuntivi. Il settore ha visto il completo rinnovo della flotta, avviato nel luglio 2019, con la sostituzione di 86 convogli di nuova generazione (treni Pop e Rock) per un investimento di oltre 750 milioni di euro. E per il futuro bisogna avere l’occhio lungo, come si dice. L’ invecchiamento della popolazione cambia l’utenza e diversifica i suoi bisogni. L’ambiente vuole un trasporto pubblico locale moderno e competitivo. Bisogna integra la gomma e il ferro e le politiche tariffarie. Le risorse regionali impegnate per la gestione dei servizi e le integrazioni tariffarie ammonteranno rispettivamente a circa 80 milioni nel 2021 e 100 milioni nel 2022. Per quanto riguarda la digitalizzazione è importante semplificare e avere tutto a portata di smartphone: dagli orari dei mezzi in tempo reale ai biglietti per salire su bus e treni, fino alle informazioni sul riempimento dei mezzi e dal pagamento del parcheggio alla prenotazione dei taxi. La mobilità pubblica è un servizio non una costrizione e servono piattaforme di informazione e offerta di servizi integrati. Gli investimenti ammonteranno a oltre 240 milioni di euro nei prossimi tre anni. A partire dalle ferrovie regionali (oltre 300 km di linea) con l’elettrificazione di alcune linee. Sono previsti poui interventi di ricucitura urbana per un totale di oltre 120 milioni di euro che interessano le città di Ferrara e Bologna con la soppressione dei passaggi a livello. Sempre in tema sicurezza, entro il 2022 tutta la rete ferroviaria regionale sarà attrezzata con il sistema di controllo marcia treno. Per quanto riguarda le linee nazionali, si punta al potenziamento del collegamento Ravenna – Rimini. Sul parco autobus, dopo i 600 finanziati nel quinquennio appena trascorso (circa il 20% della flotta regionale), la Regione promuove oggi un nuovo imponente piano di acquisto. Si tratta di oltre mille (1.157) nuovi autobus. Altro capitolo riguarda il potenziamento della mobilità ciclabile per raggiungere entro il 2025 la quota del 20% degli spostamenti. Prosegue il Piano aria integrato regionale che ha visto andare ai Comuni 3,3 milioni di euro per la creazione delle cosiddette ‘ciclabili di emergenza’. L’Emilia-Romagna è interessata alla realizzazione di tre ciclovie nazionali: Vento, Sole e Adriatica. I numeri del trasporto pubblico in Emilia-Romagna sono imponenti, frutto di decenni di buon governo. Non sempre tutti i cittadini, pressati da orari, lavoro e bisogni se ne possono rendere conto.
E’ bene ribadirlo, tuttavia, chiarire la mole degli investimenti necessari e ricordare che ciò nonostante la copertura dei passeggeri è più alta di quella media nazionale. Più servizi e quindi meno assistenzialismo e più diritti. La strada è lunga ma è quella giusta.