L’Emilia-Romagna del lavoro, del sociale, della cultura. Il giudizio dei sindacati.

A qualcuno piace far finta di dire cose coraggiose, provocare, ma all’acqua di rose, e soprattutto attaccare chi di potere ne ha pochino. I veri potenti meglio lasciarli stare.
Di questo vezzo fa parte la critica, quasi scontata, al “sindacalese”, al modo di parlare e soprattutto di scrivere note e comunicati dei sindacati.
Certo non è facile parlare di cifre e di contratti, di piante organiche e di tavoli di contrattazione esprimendosi con l’arguzia di Michele Serra o la maestria di Luca Goldoni.
Ma leggendo quanto scrivono CGIL, Cisl e Uil, del Bilancio preventivo della Regione Emilia-Romagna per il 2020, ho trovato parole chiare e limpide, niente oscurità nascoste dal velo di un linguaggio poco comprensibile ai più.

In sostanza: Cgil, Cisl e Uil danno un giudizio positivo sul bilancio proposto da Stefano Bonaccini. Le cose più importanti per i sindacati e per la Regione sono il lavoro e l’occupazione nella sostenibilità ambientale. Significa che le numerose infrastrutture ed i nuovi insediamenti produttivi non devono scassare una natura già provata. L’attenzione è in crescita geometrica. Proprio mentre scrivevo questa nota l’Assemblea legislativa ha approvato due emendamenti, dei quali sono fra i firmatari, al Bilancio sui temi “Ambiente” e “Plastic free”. Il primo, stanzia fondi per iniziative per la riduzione
della produzione di rifiuti e la promozione della sostenibilità ambientale.
Il secondo stanzia finanziamenti, fino al 100%, a favore di associazioni che organizzano sagre, eventi sportivi e manifestazioni affinché sostituiscano la plastica “usa e getta”.
E poi vengono tutte le cose che servono per aiutare le persone, dai nidi e le scuole per i bambini a tutti i capitoli sociali, dalla casa alla sanità e all’assistenza.
Com’è possibile un confronto così sereno, anche se serrato, zeppo di proposte?
La risposta a questa domanda non è difficile. Appena Bonaccini venne eletto, con una maggioranza solida ma uscita da un voto segnato da una fortissima astensione, fece partire un tavolo di confronto con tutte le principali forze sociali. Era la scelta giusta. Voleva dire: “Non voglio fare da solo, conosco le mie responsabilità ma anche i limiti del consenso ricevuto”.
Dal Tavolo nacque il “Patto per il lavoro” che ha affrontato tutte le principali scelte di governo della Regione.
Oggi i sindacati chiedono alla politica, per il prossimo mandato, un nuovo “Patto per il lavoro” per andare avanti insieme. Non c’è da importare il Veneto o la Lombardia, con tutto il rispetto, c’è da mantenere uniti gli sforzi di tutta la comunità dell’Emilia-Romagna. E’ necessario. Qui va tutto meglio che altrove ma i problemi sono enormi. Basti pensare alle continue emergenze legate al dissesto idrogeologico e al cambiamento climatico. Rimborsi sempre più frequenti e investimenti che si annunciano imponenti rappresentano una sfida difficile per le risorse pubbliche, regionali, nazionali, europee.
Veniamo ai capitoli del bilancio più sottolineati da Cgil-Cisl e Uil.
Per quanto riguarda l’economia, la creazione di lavoro è in primo piano. Si concorda sulla piena attuazione dei programmi da realizzare con i fondi strutturali dell’Europa, sullo sviluppo che dovrà essere enorme della produzione sostenibile dall’ambiente, con la ricerca e l’innovazione. Si tratta di dare impulso alla cosiddetta economia circolare, che riusa cioè e non spreca. Si tratta di creare un ambiente ancora più attrattivo di investimenti per nuove imprese e nuove fonti di lavoro. Bisogna seguire le crisi che si aprono, sostenendo ogni sforzo per evitare la chiusura di stabilimenti validi per prodotto e mercato, continuare a migliorare il trasporto pubblico locale, e le infrastrutture viarie. Bene il blocco dell’incremento fiscale e il contenimento delle tariffe. Ma il lavoro va monitorato con scrupolo anche per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori, la legalità ed i diritti. le applicazioni contrattuali, il sistema dei subappalti.
Sul sociale è apprezzata e sostenuta la scelta di abbattere le tariffe dei nidi e rilanciare il “fondo affitti”. Bene la spesa per chi non è autosufficiente, più alta che in tutte le altre Regioni, ma i bisogni sono molto elevati e bisognerà tenerne conto nel 2020. Infine i diritti sociali degli individui si intrecciano con quelli delle famiglie, la Regione ha aperto nuovi interventi per le famiglie numerose e insisterà sul capitolo “famiglia”.

I sindacati rappresentano i lavoratori dipendenti. Ma i lavoratori non pensano sono alla loro attività, ma fanno cultura e ne usufruiscono, fanno sport, da giovani e nelle età successive, si informano, studiano.
La Regione ha realizzato molto per le “culture”, basti pensare alla produzione cinematografica, ed il ritorno economico per il territorio è stato altissimo. E’ un esempio di come economia, cultura, tempo libero, turismo si uniscano se c’è una politica intelligente a tenerli assieme.

ULTIM’ORA. E’ notizia di oggi la firma di un importante nuovo accordo sulla sanità: 12 milioni di euro in più dalla Regione per il personale, si punta su innovazione e formazione.
Siamo l’Emilia-Romagna, non c’è che dire.