Lavoro & Welfare
I cittadini con reddito medio basso e basso, qui in Emilia Romagna, sono meno poveri rispetto agli altri territori del nostro paese, perché qui da noi possono contare su un patrimonio di servizi pubblici di qualità che, altrove, non presenta la stessa accessibilità e lo stesso livello di garanzia: in questo modo si riequilibrano le ricchezze e si rende realmente più giusta e più sicura un’ intera società.
Nella nostra regione sappiamo molto bene quanto sia importante investire sul sociale, affrontando i veri problemi delle famiglie, affiancandole nella battaglia contro la povertà e contro l’impoverimento: una sfida che la Regione Emilia Romagna ha affrontato da una parte, attraverso la messa in campo di politiche di sviluppo economico e di sostegno al lavoro, e, dall’altra, attraverso una pluralità di interventi mirati destinati alla popolazione.

Non ci siamo occupati solo delle situazioni di povertà conclamata, ma abbiamo esteso il nostro raggio di azione nei confronti di quel ceto medio che 5 anni fa, quando abbiamo iniziato il nostro lavoro, bussava alle porte dei nostri servizi sociali, e che, oggi, vive in bilico rispetto alla paura di arretrare nuovamente, scivolando in condizione di povertà.
Non ho cambiato idea: come sostenevo già 5 anni fa, rimango convinto del fatto che il principale obiettivo della nostra azione politica debba essere quello di garantire a tutti i cittadini un’esistenza dignitosa in ogni fase della vita a prescindere dalle condizioni economiche, sociali e di salute in cui si versa.
Una società non può affidare il funzionamento reale dell’ascensore sociale al parametro del merito se, prima, non garantisce uguali possibilità e condizioni di partenza ai singoli consentendo loro di affrontare le fortune alterne con dignità e sicurezza, trasformando le crisi in occasioni di crescita formativa. La dignità, per di più, non riguarda solo il soggetto in condizione di bisogno o disagio, ma, altresì, il ruolo che ricopre chi presta aiuto o soccorso, che sia egli un familiare o un operatore economico.
ll meccanismo alla base della creazione di un substrato economico, culturale e sociale dignitoso, fertile ed egualitario non può essere basato solo sullo spirito caritatevole dei volenterosi, bensì deve essere organizzato, impostato e finanziato dal pubblico in modo da garantire continuità, certezza e libertà ai singoli individui in condizione di disagio sociale.
La spesa sociale è spesa produttiva. E il welfare è un motore di sviluppo irrinunciabile per tutta la comunità e per il territorio.
Per superare le fisiologiche condizioni che riproducono e trasmettono tra le diverse generazioni le disuguaglianze di partenza è necessario sostenere la genitorialità e scardinare i sistemi che non hanno funzionato, come la mancanza della cittadinanza per i figli di immigrati.
Il lavoro, in tutte le sue forme, è lo strumento di affermazione della dignità dell’uomo.
5 anni fa ci trovavamo in una congiuntura economica molto difficile, una crisi internazionale che si scaricava in modo violento sui lavoratori, le forme di flessibilità e precarietà lavorativa peggioravano il quadro causando incertezza e frammentazione dei percorsi lavorativi riverberandosi negativamente su tutti gli aspetti della vita, compromettendo la libertà delle persone e impendendo, di fatto, una programmazione dignitosa del proprio futuro.
Un’intera generazione, in Italia ed anche nella nostra regione si vedeva negare quotidianamente la possibilità di costruire un nucleo familiare autonomo, di mettere in gioco le proprie capacità, di fermarsi nel luogo desiderato.
Noi abbiamo lavorato duramente in questi anni per invertire questi fenomeni e lo abbiamo fatto innanzitutto partendo dal lavoro e dalla sua dignità: il lavoro costituisce la nervatura della società civile e dell’ordinamento democratico, per questo motivo la progettualità politica è chiamata a declinare il concetto stesso di cittadinanza nella dimensione del lavoratore.
Dunque se da un lato abbiamo puntato sulla qualità del lavoro, dall’altro non abbiamo sottovalutato il tema della crescita economica del nostro territorio, mettendo contemporaneamente in campo una politica efficace di contrasto alla povertà: un’azione tripartita che ha portato l’Emilia Romagna sul podio delle regioni europee sotto molteplici indicatori, dal benessere di comunità all’occupazione, dalla mobilità sociale alla crescita.