Il Rapporto 2019 di Unioncamere

L’economia emiliano-romagnola chiude il 2019 con una situazione economica molto positiva.
E’ la Regione che cresce di più in Italia. E’ al vertice delle regioni italiane per incremento del PIL nel 2019 e anche nelle previsioni per il 2020. Come già nel 2018,è la locomotiva del “treno Italia”.Lo conferma il Rapporto 2019 sull’economia regionale di Unioncamere,
Secondo le previsioni di Prometeia, la crescita del Pil va ben oltre la media nazionale.Guardiamo le luci ed anche le criticità. Aumentano esportazioni e occupazione, come confermato anche dai dati Istat. L’E-R è la seconda regione italiana per valore delle esportazioni e tra le prime regioni d’Europa per export per abitante.
L’occupazione conta oltre 26mila lavoratori in più, nei primi 9 mesi del 2019, la disoccupazione scende ulteriormente attestandosi poco sopra il 5 per cento. Nei primi nove mesi dell’anno il tasso di occupazione femminile è stato del 64 per cento, in crescita rispetto all’anno precedente.
Si vede un rilancio di alcuni settori prima in difficoltà come le costruzioni. Il turismo prosegue la sua corsa aumentando arrivi e presenze. Problemi invece per le aziende più piccole e quelle artigiane.
Si è parlato di una contrazione del numero delle imprese, è bene dire che non deriva dalla chiusura di un maggior numero di aziende rispetto al 20218, ma dal fatto che se ne sono aperte di meno di nuove, anche perché l’autoimpiego non è come altrove una necessità assoluta per i giovani, un obbligo, perché il lavoro dipendente si trova.
Così, se al 30 settembre 2019 le imprese attive in Emilia-Romagna erano poco più di 400mila, 2.875 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,7 per cento), il numero degli addetti nelle imprese era aumentato dell’1,9 per cento.
Crescono i servizi, sia quelli rivolti alle imprese sia quelli alle persone.
Nel commercio la difficoltà è per i piccoli esercizi commerciali, molti però innovano e si rilanciano anche con dimensioni ridotte.
la crescita esponenziale è nel commercio elettronico, nella rigenerazione urbana, nelle nuove tipologie di prodotto e di organizzazione nell’agricoltura, dell’effetto Airbnb sul turismo.
Circa un terzo dei profili richiesti dalle imprese riguarda figure non ancora presenti in azienda, persone con differenti competenze destinate a svolgere ruoli nuovi, percorsi di crescita non ancora sperimentati dall’azienda stessa.
Insomma molto cambia per reggere ad una crisi che non è mai morta del tutto.
Anzi il rallentamento degli scambi a livello globale, la forte vocazione all’export dell’economia regionale mette la nostra realtà più a rischio di altre a causa di “un forte contagio internazionale”.
L’Emilia-Romagna non è un’isola.
Proprio perché è fra le regioni più attive sui mercati esteri è molto esposta alle fragilità internazionali.

Una Regione da primati che però ha bisogno sia di autonomia che di una Italia che diventi competitiva e di una forte Europa che contrasti dazi e chiusure.
Una Regione dunque, per chi non si accontenta, che ha il coraggio di migliorarsi.

Il rapporto nella sua interezza si può trovare qui:
https://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/news/studi-e-ricerche-news-2019/2019-rapporto-economia-regionale