Giorni importanti per l’UNESCO, l’organizzazione delle NAZIONI UNITE per la cultura.
Oggi è il 16 novembre, 75 anni fa vi fu la fondazione. Il prossimo anno, ormai vicino, l’Emilia-Romagna, che rappresenterà l’Italia per le nuove nomine, avanzerà la candidatura a sito patrimonio dell’umanità dei Portici di Bologna, insieme alla Via Francigena e alla Vena del Gesso Romagnola.

Siamo prossimi all’evento e la nomina in arrivo potrebbe riguardare proprio i nostri Portici.
Il Covid ci ha tolto il senso della bellezza che ci circonda, seguire questa vicenda ci fa riavvicinare alla nostra storia e all’opera migliore dell’uomo.
La nostra regione ha avuto già 12 altri luoghi riconosciuti come siti Unesco.
Ci sono città che hanno segnato la storia e capolavori dell’incrocio con la natura come i Monumenti paleocristiani di Ravenna, Ferrara, e il Delta del Po , il centro di Modena, con il gioiello del Duomo e la Ghirlandina, Parma, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, la biblioteca malatestiana di Cesena, la Foresta integrale di Sasso Fratino (Fc) , l’Appennino Tosco Emiliano, il Parco Regionale del Delta del Po, il Grande Po. Bologna è già città della musica.
L’Italia e la Cina, con 55 siti, I Portici di Bologna, un’architettura unica al mondo, si dovranno confrontare con altri 27 siti internazionali.

Dei 62 tm totali di portici bolognesi (fra centro e periferia), ne sono candidati 12 tratti fra i quali la nostra magnifica piazza Santo Stefano, la via Galliera, con i suoi palazzi nobiliari, il portico del Pavaglione e Piazza Maggiore e naturalmente il Portico di San Luca che unisce la basilica alla città con una straordinaria intuizione architettonica e civica.