Con la firma ieri notte del nuovo contratto decentrato, la nostra Regione ha deciso, in accordo con le organizzazioni sindacali, di investire risorse proprie (quasi 6 milioni di euro) per aumenti, premi di produttività, possibilità concrete di crescita professionale e aumento del welfare aziendale quale plastica testimonianza della volontà di investire sul capitale umano della propria amministrazione. Un’amministrazione che, vale la pena ricordarlo bene, è ai vertici europei in ogni classifica di redditività, efficienza e innovazione. Soldi dell’Emilia-Romagna che la Regione può stanziare perché è tra le pochissime (insieme a Lazio e Toscana) con i conti in ordine.

Quanto accade nel nostro territorio stride non poco se consideriamo le grida di allarme che provengono da numerosi organismi della PA nazionale (tra tutti Inps, Cnr, il mondo della scuola e dell’Università) per le poche notizie che emergono in queste ore e che prospettano un blocco di assunzioni e stabilizzazioni di ogni tipo. Un ritorno all’era del Governo Monti che, nella gestione della parte più dura della crisi e con uno spread alle stelle, dovette forzatamente bloccare lo sviluppo del Paese.

Si potrebbe facilmente ironizzare sull’azione di Governo di coloro i quali solo poche settimane fa se ne infischiavano degli avvertimenti della Ue per poi prodigarsi in queste ore in scene patetiche per evitare la procedura di infrazione, ma purtroppo tutti noi già ora siamo e saremo chiamati a pagare caramente queste bugie e finzioni. È un fatto che sui tagli prospettati su Università e Scuola, stiamo giocando sulla pelle dei nostri giovani e quindi con il nostro futuro. Da italiano sono sconfortato da questo scenario, ma da emiliano-romagnolo mi auguro che il Governo nazionale non si segnali anche questa volta come un’insopportabile zavorra al piede della nostra Regione vanificando i risultati che abbiamo ottenuto grazie a un’oculata gestione amministrativa impedendoci ogni tipo di investimento nello sviluppo e crescita della nostra economia e della nostra società.