Una storia condivisa antidoto alle rivolte di oggi

Il 14 luglio di tanti anni fa a Parigi, cadde la Bastiglia. Era qualcosa di più di una fortezza. Era stata eretta nel 1300, più per controllare la città che per difenderla. Enorme, incombente, era già stata attaccata, più volte nei secoli, dal popolo e da fazioni politiche. Qualche volta aveva dovuto  arrendersi. Ma quel giorno, nel 1789, la rivoltà che la buttò giù cambiò la storia. La truppa abbandonò il governatore del Re, tutto il mondo capì che era successo qualcosa di gravissimo. La monarchia assoluta tremava, “il volere di Dio” doveva lasciare il passo al “contratto” con il popolo. Nei 230 e passa anni che ci separano da quel giorno di fuoco abbiamo visto la storia svilupparsi in tutte le direzioni. Qualcuna verso il progresso e la giustizia, altre verso regimi   spaventosi. Ma il mondo delle “Sacre corone” è finito per sempre. Le rivoluzioni, invece, forse  non sono finite. Mi ha colpito molto il movimento: “Black Lives Matter”. Non ne conosciamo bene le dimensioni, non possiamo ipotizzare il suo futuro. Però è apparso chiaro in questi giorni come il razzismo non abbia più nessuna giustificazione possibile, un po’ come allora l’ancient regime. Non è poco. Ci sono stati movimenti enormi per la parità dei diritti ma forse non era chiara come adesso la necessità di ricostruire un mondo dove la storia e il presente siano condivisi. Non può sfuggire questo elemento, anche se si condannano , comprensibilmente, vandalismi ed abbattimenti “politici” di statue. Le prossime che l’ umanità erigerà dovranno essere di tutti.