L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il 3 aprile scorso il sultanato del Brunei ha introdotto norme di matrice religiosa che prevedono la pena di morte in caso di adulterio, bestemmia contro Dio, apostasia e omosessualità e che introducono punizioni quali l’amputazione di mani e piedi come pena per il furto. Tali leggi costituiscono una violazione delle norme internazionali in materia di diritti umani contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, per altro ratificata dallo stesso Brunei nel 2006.

Evidenziato che

la situazione di grande incertezza politica e sociale che attraversa molti paesi del cosiddetto mondo islamico, anche a seguito della caduta degli equilibri che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso, le guerre che rubano il futuro di interi popoli, stanno aprendo la strada a involuzioni che spazzano via le conquiste di emancipazione faticosamente raggiunte dalle precedenti generazioni, spingendo spesso le nuove a cercare altrove le condizioni per costruire un proprio progetto di vita dignitoso.

Fra i frutti malati di questa stagione, vi è il regresso culturale e sociale pienamente rappresentato dall’applicazione di interpretazioni regressive, tra le molteplici possibili, delle leggi di matrice religiosa nel mondo islamico.

Rilevato che

unanime è la condanna e la preoccupazione espressa dai Paesi Europei, dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite, dalle Associazioni che in tutto il mondo tutelano i diritti delle donne e delle persone omosessuali, prime vittime di tale barbarie.

Tenuto conto che

nella nostra regione esistono numerose esperienze di conoscenza reciproca e di dialogo che hanno ottenuto ottimi risultati, come ad esempio il progetto “Diritti, doveri, solidarietà” realizzato nel carcere della Dozza e che prevedeva un percorso di confronto e approfondimento tra Costituzione italiana e patrimonio culturale islamico.

Impegna la Giunta

a condannare con fermezza in tutte le sedi istituzionali idonee – dal Governo italiano, al Parlamento europeo e fino alle Nazioni Unite – la decisione presa dal Sultanato del Brunei, chiedendo l’immediata revoca della legge ed il rispetto dei diritti inviolabili della persona umana.

A sostenere un’azione educativa di conoscenza reciproca e studio delle fonti che renda pienamente consapevoli soprattutto i giovani, attraverso il prioritario coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado, dell’importanza del rispetto dei diritti umani e delle diversità, semi di arricchimento culturale e di confronto costruttivo e radici ineludibili di pace e positiva convivenza.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 17 aprile 2019