L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

dopo il gelo invernale portato dal vento di burian, le forti grandinate che sabato 21 luglio hanno interessato ampie zone dell’Emilia-Romagna hanno messo in ginocchio l’intero comparto agricolo regionale, compromettendo in alcuni casi fino al 90% dei raccolti.

Colpita soprattutto la Romagna e fino al bolognese, con danni a pesche, albicocche, kiwi e vigneti, e allagamenti nei campi di barbabietole, mais, patate e cipolle. A ciò vanno aggiunte le serie conseguenze sui castagneti, la cui coltivazione – che nelle zone appenniniche è una delle più importanti fonti di reddito per le aziende agricole – è ormai in serie difficoltà a causa del concatenarsi di eventi che negli ultimi anni hanno visto susseguirsi parassiti, siccità ed ora la grandine.

Evidenziato che

questi eventi hanno riacceso i riflettori sull’inadeguatezza del sistema assicurativo dettato dal D.Lgs. 102/04, che prevede la possibilità di sottoscrivere polizze agevolate, con contributo statale fino al 65% del premio pagato, per coprire da eventi atmosferici avversi le produzioni agricole e zootecniche, nonché le strutture aziendali, indicate annualmente dal Ministero competente nel Piano Assicurativo Agricolo.

Accanto a tali misure, e limitatamente ai rischi non assicurabili al mercato agevolato, sono contemplati interventi compensativi dei danni per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole colpite da calamità o avversità eccezionali e per il ripristino delle infrastrutture connesse all’attività agricola.

Sottolineato che

a conferma di quanto detto sta il calo delle polizze stipulate, circa il 20% nell’ultimo biennio, concentrato soprattutto nel sud Italia e dovuto in primo luogo alle difficoltà economiche degli operatori del settore, ma rispetto al quale non vanno considerati irrilevanti neppure i ritardi nei pagamenti degli aiuti pubblici a sostegno dei costi di assicurazione, oltre che la presenza di un sistema informatico nazionale non all’altezza della gestione delle domande: basti pensare che ad oggi oltre la metà della campagna 2015 non è ancora stata liquidata, mentre il 2016 e 2017 devono ancora essere presi in considerazione.

A ciò vanno aggiunte le difficoltà apportate dalla normativa comunitaria che, nel lodevole intento di sviluppare una logica più estensiva rispetto alla semplice difesa da una o più avversità atmosferiche, introducendo il principio di tutela del reddito delle aziende agricole, ha in realtà proposto strumenti la cui gestione non è idonea ad un contesto produttivo non strutturato quale quello agricolo italiano.

Rilevato che

anche per il 2018, le colture danneggiate dalla recente grandinata rientrano fra quelle assicurabili, il che esclude la possibilità di delimitare e compensare i danni causati, sicché l’unica possibilità è che il Ministero attivi quegli interventi compensativi previsti dal Fondo di solidarietà nazionale e le altre forme di agevolazioni fiscali e previdenziali previste in questi casi.

È del tutto inefficace e diseducativo continuare ad agire sulla base di deroghe, invece di affrontare in maniera strutturale un sistema di gestione dei rischi che va profondamente revisionato.

In particolare, gli aspetti riconosciuti come maggiormente critici sono la complessità amministrativa e burocratica, compresi i ritardi che si registrano nella corresponsione dei contributi; prezzi e franchigie elevati che aumentano i costi a carico dell’assicurato; polizze assicurative agevolate che devono indicare combinazioni di rischio non in linea con la volontà dell’assicurato; mancanza di adeguate informazioni e conoscenze per superare i ritardi di approccio al sistema delle assicurazioni.

Impegna la Giunta

a promuovere a livello regionale e nazionale interventi di prevenzione, indirizzati a specifici territori e colture tipiche che sono risultate maggiormente interessati da eventi climatici avversi.

A portare all’attenzione del Governo e del Parlamento, anche attraverso sedi di confronto quali la Conferenza Stato-Regioni, la necessità di rivedere in maniera strutturale il sistema definito dal D.Lgs. 102/04, avvalendosi a tal fine anche delle indicazioni fornite dalle Regioni nel contributo del settembre 2017.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 12 marzo 2019