Veneto, Zaia pubblica su Fb i dati sulla sanità: la rivolta dei pazienti si scatena
Crolla il mito dell’alternativa all’Emilia-Romagna

Salvini pare si sia imposto di non attaccare il buon governo dell’Emilia-Romagna. Imporre una decisione simile alla Borgonzoni non è necessario. Basta smettere di suggerirle il compito e tutto è ok.
Ma, se ricordate, come già in Umbria, l’argomento “Faremo come in Veneto” per quanto riguarda la sanità è stato molto presente, e per lungo tempo, nella propaganda di Lega e Fratelli d’Italia.
In questi giorni il Veneto, però, vede un aspro conflitto proprio sui temi della salute.

Il “governatore” leghista, che tanto si era vantato di tenere aperti gli Ospedali anche al Sabato ed alla Domenica, incalzato sul tema della “privatizzazione, ha diffuso un proprio studio che dimostrerebbe che, con lui, la Regione privilegia il “pubblico”.
Apriti cielo!
Il suo post sui social ha ricevuto una ondata di repliche furibonde. La raffica di doglianze lo ha investito un poco su tutto: disfunzioni, ritardi, liste d’attesa lunghissime.

Ed in effetti il peso del privato nel consuntivo 2018 è pari a 2,8 miliardi di euro su 10, il 28%.
La sanità conta moltissimo, non solo perché è in gioco la vita e la salute dei cittadini ma anche perché incide in maniera rilevantissima sui bilanci delle regioni. In Veneto ogni anno la spesa supera i dieci miliardi di euro.
Colpito dalla rivolta di tanti cittadini, Zaia ha risposto a tutti con una frase simile a questa: “Gentile signora/gentile signore, per cortesia mi fornisca le circostanze dettagliate di quanto sarebbe avvenuto. Le darò risposta dopo opportuna verifica”. E dovrà davvero faticare parecchio per rispondere a tutti.
I dati forniti da Zaia riportavano una riduzione della spesa per i privati convenzionati da parte della Regione, altri lo hanno invece accusato di non aver conteggiato le prestazioni private svolte presso centri di medicina, farmacie, etc dovute alla riduzione dei servizi di base presso le strutture ospedaliere, all’aumento dei tempi di attesa per esami non complessi, alla riduzione dei posti di degenza per le riabilitazioni.
Un quarto della sanità è privata. La spesa media pro capite dei veneti nella sanità privata è di 779 euro rispetto a una media italiana di 636. Anche la bolla mediatica delle visite serali, prefestive e festive si sgonfia. 136.000 su 60 milioni di visite specialistiche in generale. Una percentuale che non può certo incidere sulla qualità dei servizi.
In sostanza: certamente non è vero che il Veneto sia la terra di Bengodi della salute, deve affrontare grandi problemi come tutti e, soprattutto, non è affatto vero che sarebbe l’alternativa al “modello” emiliano.
Cari Salvini e Borgonzoni, in effetti è molto meglio per voi non parlare più dei servizi, della vita sociale, del governo concreto e fattivo dell’Emilia-Romagna. Non preoccupatevi, per andare avanti, per migliorare sempre, ne parleremo e discuteremo noi, con i cittadini.