Otto anni fa: 28 morti, 300 feriti.

Ricordiamo ancora benissimo. La prima scossa fu alle 4,03 del 20 Maggio.
Sembrava che quei lunghi secondi non passassero. Ci rendemmo conto subito che era una cosa molto seria.
Sapemmo poi che la Magnitudo della prima scossa era stata 6.1, che Finale Emilia, terra di Modena ma vicina al ferrarese era l’epicentro, e che tutta l’Emilia aveva tremato. Dopo 9 giorni un’altra scossa molto forte la mattina, magnitudo 5.9, lunga 18 interminabili secondi,

Questa volta le vittime sono di più delle 7 del 20 Maggio. Sono 20, molte muoiono sul luogo di lavoro, dove erano tornate per ricominciare, per scacciare la paura.

Il conto finale del terremoto d’Emilia raggiungerà le 28 vittime.
E’ colpito uno dei cuori del sistema economico italiano, ricco di industri, di campagne, di servizi.
Sono crollati municipi, monumenti, chiese, ma soprattutto case. Tante case.
Molti edifici sono pericolanti.
Oggi il 95% delle famiglie è nelle proprie case. La a situazione economica poteva dirsi sostanzialmente rimessa in carreggiata, ad alti livelli. L’epidemia purtroppo ha rallentato tutto.
L’Emila ferita non è rimasta ferma nemmeno nell’iniziativa pubblica.
“Proviamo a mettere l’asticella del decennale come conclusione, se non di tutto di sicuro del 99 virgola qualcosa dei lavori”- così il Presidente Bonaccini.
L’orgoglio per la tenacia del lavoro, per le risorse di questa Regione è forte. Non deve e non vuole coprire il cordoglio, in questa giornata, il ricordo delle vittime che è così vivo nelle loro comunità, come sa chi tante volte ha incontrato le persone, in questi anni : anche questo è il nostro impegno di consiglieri regionali, nella vita viva oltre le schermaglie della polemica politica.