Trump, l’uccisione del generale Soleimani, la risposta iraniana contro le basi militari in Iraq di Usa ed alleati, i nostri soldati riparatisi in un bunker. Sono fatti e sono notizie che ci scorrono davanti agli occhi, sempre più gravi. La preoccupazione è fortissima, in tutto il mondo. Mi ha colpito leggere che le voci più cercate su Google negli Usa e in Canada, in queste ore, sono quelle su come fuggire, dal servizio militare e più in generale da una guerra che si sente incombente. Sarebbe l’ora di decisioni forti, di imporre pace, trattativa, razionalità. Imporle, non solo chiederle, come finora hanno fatto, da sole, Europa e Cina. Sarebbe il momento di dire dei No. In fondo l’America, anche quella arrogante che Trump vuole far vedere, ha bisogno della Nato, dei suoi alleati storici. E l’Iran può minacciare di riprendere i preparativi per una sua atomica ma sa bene che gli Usa e Israele  non gliela farano realizzare senza provare a distruggerla con incursioni che sarebbero devastanti. Esiste, esisterebbe, una base per imporre l’Alt. Guardiamo a casa nostra: siamo dentro il problema, ne siamo una parte , sia pure piccola. Chi proverà a imporre le ragioni della pace diventerà un grande protagonista. In un attimo scomparirà chi, come Salvini, si offre in rapida successione ai russi ed a Trump. Ma bisogna che la forza della pace parli nella politica della Sinistra, del centrosinistra, di tutti i democratici. E’ nelle crisi più gravi che grandi occasioni si producono. Se si perdono non ci saranno altri mezzi, altrettanto convincenti, per non essere considerati ininfluenti o  peggio superflui.